Si conclude il progetto InnoNDA promosso da Assovini Sicilia. La ricerca, condotta dallâUniversitĂ degli Studi di Milano, con il supporto di ISVEA e quattro aziende siciliane, mette in luce nuove strategie per la produzione di vino Nero dâAvola con specifici focus su biodiversitĂ e sulla riduzione del grado alcolico. InnoNDA si è avvalsa dei fondi PSR Sicilia 2014-2022.
Palermo, 30 giugno 2025 â Si conclude oggi il progetto InnoNDA. Il progetto, acronimo di Innovazione del nero dâAvola, è stato lanciato nellâaprile 2024 e ha esplorato nuove strategie produttive per vini ottenuti da Nero dâAvola. Il progetto ha concluso la ricerca formalmente a giugno 2025.
Stimolante la sfida: affrontare i cambiamenti climatici e il maggiore grado alcolico, cosĂŹ come dare una risposta alle richieste dei consumatori. Conseguentemente, proporre soluzioni innovative e sostenibili, senza mai perdere di vista lâidentitĂ territoriale e la personalitĂ del nero dâAvola, il vitigno a bacca rossa piĂš importante e diffuso sullâIsola.
Il progetto, guidato da Assovini Sicilia con il supporto scientifico della Prof.ssa Daniela Fracassetti e della Prof.ssa Ileana Vigentini dellâUniversitĂ degli Studi di Milano, dei laboratori di ISVEA e di quattro cantine â Tenuta RapitalĂ , Feudi del Pisciotto, Dimore di Giurfo e Tenute Lombardo â è stato finanziato nellâambito della Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, ed ha previsto due cosiddette Giornate di Campagna â svoltesi presso Feudi del Pisciotto e Tenuta RapitalĂ â durante le quali gli esiti della ricerca sono stati presentati alle aziende siciliane.
âInnoNDA è un progetto di ricerca complesso vitivinicolo â afferma Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – ma anche un esempio concreto di come la collaborazione tra imprese e universitĂ possa generare innovazione a beneficio di tutto il settore. Il progetto accende un riflettore su alcune difficili problematiche che le aziende del vino siciliane potrebbero trovarsi ad affrontare in futuro. Al contempo, suggerisce alcune soluzioni nellâarena competitiva, senza tuttavia tradire lâidentitĂ del vitignoâ.
Quattro le aree di lavoro affrontate dal progetto:
Strategie tecnologiche per la riduzione dellâalcol
Sono state sperimentate tecniche fisiche e a membrana per la rimozione dellâetanolo, come lâevaporazione sotto vuoto, lâosmosi inversa e il contattore membrana, per ottenere Nero dâAvola con gradazioni piĂš basse mantenendo qualitĂ e identitĂ sensoriale. La ricerca ha, tra lâaltro, evidenziato come i vini affinati in legno mantengano meglio struttura e complessitĂ rispetto ai vini affinati in acciaio. Ă stato valutato lâimpiego delle tecnologie a membrana che consentono di poter limitare la perdita degli aromi fruttati e floreali, restituendo vini equilibrati e piacevoli.
Strategie microbiologiche
La ricerca ha indagato il comportamento dei lieviti non-Saccharomyces in combinazione con il ben noto Saccharomyces cerevisiae. Lo studio ha osservato come questi consorzi microbici permettano di ridurre il grado alcolico fino al 2%, migliorando lâintensitĂ aromatica e le note fruttate e floreali, molto importanti per il Nero dâAvola. Ă stata avviata la ricerca utilizzando la tecnica di Evoluzione Adattativa in Laboratorio (ALE) che consentirĂ di selezionare ceppi di lievito (non OGM) capaci di produrre meno etanolo e piĂš glicerolo, migliorando le sensazioni morbide e rotonde del vino.
Uso delle anfore per macerazione e affinamento
Il progetto ha verificato lâimpatto della terracotta (anfore vinarie di varie gradazioni di porositĂ , tradizionalmente realizzate mediante cottura dellâargilla) nella vinificazione. Lo studio ha evidenziato lâefficacia nellâesaltare le note speziate, balsamiche e vegetali. Le macerazioni lunghe, inoltre, hanno condotto a profili particolarmente eleganti e meno amari. Per lâaffinamento, lâuso di anfore con diversa porositĂ ha permesso di ottenere vini maggiormente persistenti, floreali e fruttati, soprattutto se messi a confronto con le produzioni in acciaio.
Studio della biodiversitĂ del Nero dâAvola
Il progetto InnoNDA ha mostrato la ricchezza genetica e fenolica del Nero dâAvola siciliano. Le vigne vecchie, rispetto a quelle piĂš giovani, sembrano mantenere un contenuto piĂš alto di aciditĂ e una migliore concentrazione di antociani e flavonoidi, tutti elementi decisivi per determinare colore e struttura, ma anche longevitĂ in un vino. Le fermentazioni spontanee, poi, evidenziano un microbiota ricco, diversificato e legato al territorio. Elementi distintivi capaci di caratterizzare il profilo aromatico dei vini.
âIl progetto InnoNDA ha dimostrato la possibilitĂ concreta di ridurre lâalcol nei vini Nero Dâavola, rispondendo cosĂŹ alla crescente richiesta di vini a bassa gradazione e offrendo una strategia efficace per contrastare gli effetti del cambiamento climatico â dice Daniela Fracassetti, responsabile scientifica del progetto â Lâutilizzo delle anfore si è rivelato adatto alla vinificazione del Nero dâAvola, valorizzandone le caratteristiche sensoriali tipiche. Inoltre, le differenze osservate nella composizione dei mosti ottenuti da vigneti di etĂ e provenienza diverse indicano lâimportanza del terroir e dellâetĂ delle viti sulla qualitĂ finale del vino. La combinazione tra tecniche innovative, riduzione del tenore alcolico e valorizzazione delle peculiaritĂ territoriali contribuisce ad arricchire la conoscenza sul Nero dâAvola e a rafforzare lâidentitĂ della viticoltura siciliana. Visti i risultati promettenti raggiunti in poco piĂš di un anno di attivitĂ , è auspicabile proseguire la ricerca per consolidare e approfondire le evidenze ottenute.â
Un modello per il futuro
Il progetto InnoNDA muove un passo deciso verso modelli produttivi estesi, apportando innovazione, sostenibilitĂ , e rispondendo ai cambiamenti climatici e alle mutevoli richieste dei consumatori, senza rinunciare allâidentitĂ del Nero dâAvola.

Da sinistra Daniela Fracassetti Lilly Fazio Francesco Pensovecchio
Francesca Motta