08 Settembre 2025
In occasione del 150° anniversario della nascita di Leonetto Cappiello, Livorno celebra l’artista che ha rivoluzionato il linguaggio della pubblicità trasformandolo in arte. Considerato il padre del manifesto moderno, Cappiello ha reso iconici i prodotti del mondo del vino e del cibo con immagini che ancora oggi fanno parte dell’immaginario collettivo: dal celebre “Cordial Campari” al “Maurin Quina”, dai liquori italiani fino al cioccolato, al caffè e alle specialità gastronomiche di inizio Novecento.
Il Premio Cappiello nasce proprio da questo legame: unire arte e comunicazione enogastronomica per valorizzare le eccellenze del territorio attraverso lo sguardo visionario di uno dei più grandi maestri della comunicazione visiva. L’iniziativa, totalmente no profit, coinvolge studenti e artisti nella creazione di nuovi manifesti dedicati a vini e distillati contemporanei, in dialogo con lo stile e la forza comunicativa di Cappiello.
Il prossimo 3 ottobre, alle Terme del Corallo di Livorno, si terrà la cerimonia ufficiale e l’apertura della mostra con i lavori finalisti. Un evento unico, che vedrà la partecipazione di ospiti illustri e, in via eccezionale, la presenza dell’erede diretto di Leonetto Cappiello.

Saremmo lieti di condividere con voi comunicati, immagini e materiali sul progetto e vi invitiamo a raccontare questa iniziativa che unisce storia, creatività e cultura enogastronomica.
Biografia di Leonetto Cappiello
Leonetto Cappiello nasce a Livorno nel 1875, in una città portuale vivace e cosmopolita, crocevia di culture e influenze artistiche. Fin da giovanissimo mostra una naturale inclinazione per il disegno e la caricatura: il suo tratto rapido, ironico e incisivo gli consente di collaborare con testate locali e di affermarsi presto come talento originale.
Nel 1898 si trasferisce a Parigi, la capitale mondiale dell’arte e della comunicazione di fine secolo. Qui trova un ambiente stimolante, animato dai fermenti della Belle Époque, e avvia collaborazioni con riviste satiriche e illustrate, tra cui Le Rire, che gli offrono visibilità e lo introducono nei circoli culturali della città.

La svolta arriva nei primi anni del Novecento, quando Cappiello inizia a dedicarsi al manifesto pubblicitario. Lontano dalle raffinatezze decorative dell’Art Nouveau, sceglie un linguaggio diretto e innovativo: figure isolate, colori squillanti, sfondi scuri che esaltano il soggetto e lo rendono immediatamente riconoscibile. I suoi manifesti diventano immagini-simbolo capaci di fissarsi nella memoria collettiva con la forza di un’icona.
Opere come il celebre “Diavolo Verde”, realizzato per un liquore francese, o i manifesti dedicati a prodotti come cioccolata, biciclette e profumi, conquistano il pubblico e i committenti, decretando il suo successo internazionale. Nel corso della carriera realizza oltre mille manifesti, collaborando con marchi celebri come Bitter Campari (Spiritello, 1921), Chocolat Klaus, Cinzano, Contratto, Cachou Lajaunie, Thermogène, Pippermint Get, Sparklet Soda, Parapluie Revel e molte altre aziende internazionali. Ogni manifesto non è soltanto pubblicità, ma una sintesi perfetta tra immaginazione e riconoscibilità immediata del prodotto

La sua capacità di sintesi visiva, la potenza evocativa dei suoi colori e l’uso audace di metafore figurative gli valgono l’appellativo di “padre del manifesto moderno”. Non solo un artista, ma un innovatore che ha trasformato la pubblicità in un’arte popolare, accessibile e universale. Il suo stile ha influenzato generazioni di grafici e creativi, aprendo la strada alla cultura dell’immagine che caratterizza ancora oggi il nostro tempo.
Cappiello muore a Cannes nel 1942, ma la sua eredità continua a vivere: nei musei di tutto il mondo, nei collezionisti che custodiscono i suoi manifesti e, soprattutto, in ogni campagna visiva che cerca di sorprendere con un lampo di genio e immediatezza
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