
22 Settembre 2025
Il 2024 si è dimostrato nuovamente un anno complesso per il mondo degli spirits anche se le prime 10 aziende italiane del settore per fatturato hanno registrato performance complessivamente in crescita con al top Campari Group, Branca International e Ilva Saronno Holding.
Così come il 2023, anche il 2024 è stato un anno di transizione per il mercato mondiale delle bevande spiritose, caratterizzato dalla volatilità macroeconomica e geopolitica che ha influito su consumi e distribuzione così come dal proseguimento della normalizzazione post-Covid.
Secondo il report Vinetur, i volumi mondiali hanno registrato una lieve contrazione, restando sotto i livelli pre-pandemici. Allo stesso modo, la crescita di valore è rimasta contenuta, sostenuta più dall’inflazione che da un effettivo incremento della domanda. Il quadro internazionale è stato segnato da un rallentamento della premiumization, con consumatori più attenti al rapporto qualità-prezzo. Tra i prodotti più gettonati: tequila e mezcal.
In questo scenario, le prime dieci aziende italiane specializzate nella produzione di spirits, classificate in base ai ricavi netti nell’analisi realizzata dall’ufficio studi di Pambianco (che esclude le filiali di gruppi esteri), hanno registrato una performance complessivamente positiva, con ricavi totali pari a 4,7 miliardi di euro nel 2024 (+5,7%), nonostante andamenti differenti a livello individuale. Un risultato che riflette un decennio fertile per l’export, con l’Italia che ha quasi triplicato il proprio valore, superando quota 1,8 miliardi di euro nel 2024, pari a +4,8% sul 2023 (dati Nomisma). Di contro, il mercato interno è in contrazione (-8,5% a 127 milioni di litri rispetto al 2019).
Tornando alle principali realtà italiane, si nota come le aziende più grandi e con un portafoglio prodotti ampio riescano a sostenere meglio il mercato. A fare la parte del leone c’è Campari Group che, da sola, cuba circa due terzi del totale fatturato dei primi dieci player. La società ha chiuso il 2024 con ricavi in crescita a 3,07 miliardi di euro (+5,2%). In termini geografici, Americhe (45% delle vendite totali del gruppo) ed Emea (48%) sono cresciute rispettivamente dell’8% e 4%, mentre l’Asia-Pacifico (7%) ha riportato una flessione del 6%. A livello di prodotto, sono cresciuti gli aperitivi (43% delle vendite) e gli spirits a base di agave (10%), rispettivamente del 6% e 10%.
A registrare la crescita più notevole, ecco, al secondo posto, Branca International, a cui fa capo, tra gli altri, Fernet-Branca. Il gruppo ha ottenuto ricavi per 439 milioni, registrando un +23,5% rispetto al 2023, anno in cui aveva accusato una flessione del 16% causata dall’impatto del tasso di conversione iper-inflattivo dei pesos argentini in euro, applicato per il mercato argentino, da sempre roccaforte strategica.
Esposizione estera e portafoglio differenziato hanno sostenuto i conti di Illva Saronno Holding, società a cui fanno capo brand quali Disaronno e Artic, che si trova terza in classifica con ricavi consolidati per 360 milioni (+2,5%).
Francesca Magrotti






